RUBY RUBACUORI Karima El Mahrough. Vi dice qualcosa? Forse a qualcuno suona familiare, ma non tutti saprebbero riconoscerla. Ruby Rubacuori, invece? In questo caso tutti, bambini compresi, avrebbero qualcosa da dire al riguardo. Eppure è la stessa persona.
Di Ruby Rubacuori si sente parlare tutti i giorni, forse anche troppo, perciò vediamo chi è Karima El Mahrough.
Nata a Fkih Ben Salah (un piccolo capoluogo nel cuore del Marocco), il primo novembre del 1992. E’ arrivata in Italia con la sua famiglia nel 2003 stabilendosi a Letojanni, città costiera della Sicilia, paesino di 2mila anime, tra Messina e Catania.
La ragazza ha raccontato più di una volta di non avere avuto un’infanzia felice: a nove anni è stata violentata dai suoi zii paterni. La madre è stata l’unica persona con cui si è confidata, questa, invece di aiutarla, le ha consigliato: «Stai zitta, perché se tuo padre scopre che non sei vergine ti uccide».
Dopo il tragico evento, Karima ha inventato un mondo parallelo, per impedire ai ricordi di affiorare. Così a scuola e ai suoi amici ha sempre riferito di avere una famiglia meravigliosa. Sempre dall’album di vita di Karima, un altro momento difficile è stato all’età di 12 anni, quando ha deciso di convertirsi alla religione cattolica. Il padre, M’Hamed El Mahroug, non ha preso bene questa decisione. A dimostrarlo sono i segni della padella di olio bollente che porta ancora oggi sulla spalla. Il genitore al riguardo, in un’intervista fatta da Repubblica, ha affermato: «E’ solo una bugiarda. Dice che sono stato violento con lei? Tutto falso. E la religione non c’entra. Non è vero che volevo impedirle di diventare cattolica. Lei non sa nemmeno cosa sia pregare. Lei non pregava, fregava. Raccontava ai carabinieri che la picchiavo ma poi quelli facevano le indagini e non saltava fuori niente». Karima ha infatti sporto diverse denunce nei confronti del padre negli ultimi tre anni, in cui afferma che il padre l’avrebbe picchiata o provato a costringerla a sposarsi. Lui ha sempre negato tutto: «No no, tutte queste bugie». Le versioni padre e figlia sono sempre in contrasto: «Io non sono scappata di casa, sono stata ripudiata, buttata fuori casa da mio padre – sostiene la giovane -. Il fatto è che lui è un uomo musulmano e io sono diventata cattolica. Se c’è qualcuno intelligente che sa qualcosa della cultura araba e della religione islamica può capire la situazione di un genitore arabo che si trova di fronte a una ragazza che vuole diventare cattolica. E’ logica la reazione di buttarmi fuori casa».
Sempre dall’intervista di Repubblica, il babbo racconta che «l’ultima volta che ho visto Karima è stato a marzo 2010. E’ tornata a casa, ha detto che voleva rivedere la sua famiglia. Ma la sera è uscita. Poco dopo mi ha chiamato la polizia stradale. Mia figlia era con due ragazzi a cui hanno sequestrato la macchina. Un agente mi ha chiesto se volevo riprendermi Karima. Gli ho risposto: conosce un padre che non si riprenderebbe sua figlia? Ma il giorno dopo è scappata di nuovo e da allora non ho più saputo niente di lei. Ho pure chiesto se potevano mandarla in Marocco». M’Hamed guarda solo la tv in lingua araba, a parte il meteo che gli serve per sapere se potrà allestire la sua bancarella sul lungomare. «Mia figlia invece era malata di televisione – ricorda infastidito – Guardava i programmi in italiano e quando la scoprivo rimetteva i canali arabi». Un conflitto insanabile che si è concluso con la fuga di Karima.
Alcune persone del Paese raccontano del suo carattere focoso «portava dei tacchetti belli alti, tutta attillata, bella. Era una ragazza che si faceva guardare: camminando, le mosse che faceva piegavano la resistenza di ogni maschio». A tenerla in memoria non è solo il look, ma anche le bugie che andava raccontando. «Diceva di avere un sacco di soldi, che lavorava in alberghi di lusso, che la cercavano tutti, che avrebbe fatto la modella». Alla memoria dei testimoni torna anche qualche sua affermazione: «Non è importante come, ma è importante arrivarci», Era la sua legge di vita. Al suo curriculum si aggiunge anche una lista di furtarelli. È stata una danzatrice del ventre, ma ha negato di avere mai lavorato come prostituta: «Ho provato ma non sono riuscita» e in proposito riprende una frase di sua madre: «Puttane si nasce, non si diventa». Prima di arrivare a Milano ha trascorso alcuni mesi in un convento in Calabria, da dove è riuscita spesso a scappare.
Il 14 Febbraio 2010, Karima è stata convinta da un’amica a vestirsi in modo elegante per partecipare a una cena di palazzo, e qui dovrebbe avere conosciuto il presidente del Consiglio. Qui finisce la storia di Karima El Mahroug e inizia quella di Ruby Rubacuori.
